Un po' di storia...

 Il termine “VINTAGE” deriva dal francese “l’age du vin”, ovvero l’annata del vino, in origine riferito alla vendemmia dei vini più pregiati, poichè il passare del tempo (l’invecchiare) portava il prodotto ad essere più ricco, più buono e di conseguenza più pregiato.

Lo stile del vintage infatti ha come caratteristica principale di valorizzare non la quantità, bensì la qualità. Allo stesso modo un occhiale definito “vintage” è un prodotto che ha accumulato almeno vent’anni di vita dalla sua realizzazione, più precisamente, un oggetto prodotto nel passato che ha acquistato valore ed importanza grazie alle doti di eleganza ed irripetibilità.

Proprio per questo motivo gli occhiali vintage che noi proponiamo hanno altissimi standard qualitativi e sono difficili da reperire altrove.

Scorrendo l’elenco dei brands che commercializziamo scoprirete la loro storia, le loro caratteristiche tecniche e il credo che negli anni tali marchi hanno fatto proprio arrivando alla creazione di oggetti che , purtroppo, riteniamo non siano riproducibili allo stesso livello qualitativo. In linea con la filosofia vintage, il nostro obiettivo è di offrire al cliente un servizio irripetibile fondendo qualità, unicità e valorizzazione dei prodotti.

 


Ray-Ban by Bausch & Lomb  U.S.A. 
tutti gli occhiali...Ray Ban BL logo
Ray Ban nasce nel 1937 negli Stati Uniti dall’importantissima azienda Bausch & Lomb, una compagnia Newyorkese che si occupava prevalentemente di manifatture in campo medico. Ad oggi rimane probabilmente l’azienda ottica più conosciuta a livello mondiale.

Negli anni ‘20 l’esercito americano, impegnato nella costruzione di sofisticati aerei che permettevano voli lunghi e ad altitudini elevate rileva che i suoi piloti, dopo i voli, generalmente accusavano forti mal di testa e sensi di nsea dovuti al bagliore del sole in quanto costretti a subire l’irraggiamento a contatto diretto con gli occhi. Il generale John MacCready, ritenne quindi necessario fornire una soluzione a questo enorme problema, che poteva compromettere la riuscita delle missioni. Si rivolsero così a quella che era allora una delle migliori aziende costruttrici di manifatture in campo medico: la Bausch & Lomb la quale, non appena ricevuta la commissione del lavoro si buttò a capofitto nella progettazione di un occhiale con caratteristiche in linea con le richieste dell’esercito. Finalmente nel 1936, dopo anni di costante ricerca la Bausch & Lomb fu in grado di offrire all’aviazione americana un modello di occhiale con telaio in plastica e lenti verdi, le quali avevano la particolarità di eliminare il fastidioso bagliore dovuto allo sguardo diretto del sole e allo stesso tempo mantenere inalterata la visione dei contrasti. L’anno successivo Bausch & Lomb ridefinì il primo prototipo, sostituendo la montatura in plastica con una montatura in metallo e brevettò l’occhiale con il nome "Ray-Ban Anti-glare", cioè "che bandisce i raggi" e "anti abbaglio". Il design del modello era pensato per favorire gli aviatori in alta quota. Le lenti a goccia, infatti, erano state progettate per seguire perfettamente l’incavo dell’occhio, gli occhiali erano costituiti da una montatura leggerissima (circa 15 grammi) in lega placcata d'oro (Arista), con dei finali in plastica rigida trasparente. Le lenti erano verdi in vetro minerale, più chiare nelle orbite, per filtrare i raggi infrarossi e ultravioletti.  In seguito il modello "Ray Ban anti-glare" venne ribattezzato "Ray-Ban Aviator" e il vetro delle lenti diventò più scuro esattamente come la colorazione odierna; tale modello rappresenta una pietra miliare della storia dello stile  Ray-Ban. Successivamente arrivarono i modelli "Outdoorsman" con un ponte parasudore e "Shooter" con un cerchietto al centro delle due lenti che poteva essere usato come portasigaretta. Entrambi avevano la particolare caratteristica delle stanghette laterali che terminavano con una parte semimolle la quale praticamente avvolgeva l’orecchio da sopra quasi risalendo fino davanti il padiglione auricolare, obbligando a incastrare o disincastrare quell’avvolgente ferretto dall’orecchio tutte le volte che si dovevano indossare o togliere gli occhiali. Negli anni ’40 inoltre venne brevettata l’innovativa “Gradient Mirror Lens”: una lente sfumata, in grado di abbinare una grande protezione dalla luce con una maggiore messa a fuoco degli oggetti. Dopo la guerra arrivarono i mitici anni ’50 con il boom cinematografico Hollywoodiano e continua l’ascesa del marchio Ray Ban grazie anche alla complicità delle star cinematografiche famose in tutto il mondo. Ricordiamo il 1952 come un'altra data saliente nella strepitosa storia di Ray Ban, in cui venne disegnato e prodotto il modello Wayfarer, passato alla storia come uno degli occhiali più popolari di sempre, indossatissimo dai divi del cinema come per esempio Marylin Monroe, Audrey Hepburn, James Dean e Bob Dylan. L’occhiale venne inizialmente costruito in plastica e dopo un anno si aggiunse al modello l’ innovativa lente G-15, di colore verde e grigio. Nel 1953 uscì l’elegantissimo modello “Signet” in metallo dorato o argentato dalle inconfondibili estremità sporgenti. Le ulteriori innovazioni degli anni ’50 furono l’invenzione della lente G -15 grigio ( 1953) - una lente grigio neutro  che dava una più verosimile visione del colore e protezione anche nei casi di forte bagliore.
Nel 1957 venne lanciato anche il modello “Caravan”: in metallo, caratterizzato dalle lenti squadrate, in alternativa a quelle a goccia dell' “Aviator”, indossato poi da Robert De Niro in Taxi Driver.
Negli anni ’60 Ray-Ban entra perfettamente nel clima Rock’n Roll delle lotte e dell’emancipazione femminile iniziando a produrre lenti "impact resistant", dalle qualità molto più resistenti e sviluppando modelli femminili dalla montatura in plastica molto spessa e dalle dimensioni molto ampie, ben oltre l’ovale del viso. Qualche anno dopo, nel 1965 si introdusse la linea “Olympian”, anch’essa in metallo, dalla montatura dotata di un ponte metallico che curva dolcemente e dalle lenti a rettangolo arrotondato che reinterpretano una forma classica, dandole un tocco di eleganza. Il Ray-Ban “Olympian I Deluxe”, l’occhiale più famoso della linea, divenne  popolare grazie a Peter Fonda che indossò tale modello nel film Easy Rider. Usciranno in questi anni anche i modelli Ray-Ban “Meteor” e “Laramie”. Negli anni ’70, non termina il mito Ray Ban e allo stesso modo, nel 1973, Harry Callahan grazie la serie tv Magnum Force, fece diventare famoso il modello “Balorama”, strepitosa linea della serie Contemporary. I "Ray-Ban" compaiono appunto in numerosi telefilm e il range dei modelli si amplifica seguendo le necessità di una società in boom economico che manifestava diverse esigenze e cambi di look. In quel periodo molti modelli, compreso l'Aviator, avevano dei finali in plastica semimolle che si avvolgevano intorno all'orecchio proprio come i modelli degli anni ‘40. In più era in uso piegare gli occhiali frontalmente sulla parte centrale che sovrastava il naso verso il viso, in modo che le due estremità laterali a cui erano attaccate le stanghette, arretrassero, dando una strana forma aerodinamica agli occhiali stessi. Vennero creati i modelli “Vagabond” e “Stateside”, simboli degli anni ’70 e della disco music. Vennero prodotti occhiali dalle forti qualità tecniche per gli appassionati di alpinismo con lenti a specchio e scudi laterali in pelle in modo da riflettere la luce vivida e proteggere gli occhi dal sole e dal vento. Venne inoltre introdotta la lente fotocromatica Ambermatic in grado di cambiare colore a seconda della luce e delle condizioni, ottima per gli sport invernali. Gli anni Ottanta vedono l’ulteriore ascesa della ditta Ray-Ban che conta sulla collaborazione di sponsor del calibro di Tom Cruise in Top Gun e Risky Business oltre che i Blues Brothers grazie ai quali vi fu un aumento del 40% delle vendite dei modelli Aviator, Caravan e Wayfarer. Inoltre in questo periodo venne lanciata la serie “Wings” con la lente a mascherina dai vari colori.Negli anni ’90 Ray-Ban B&L esplode con l’uscita di vari modelli di rara bellezza e dalla tipica fattura del marchio; nello stesso periodo viene acquistata da Luxottica, colosso italiano nel suo campo, per una cifra esorbitante.

La storia di Ray-Ban dunque si caratterizza per aver creato una linea diversificata di modelli, tutti ad alta qualità, per soddisfare la varietà della richiesta di mercato.Con l’intenzione di creare occhiali che si adattano a tutti gli stili di vita, la ricca gamma di prodotti spazia da una linea più classica (CLASSIC)  a modelli che guardano avanti, alle nuove tendenze della moda oltre che alle necessità tecniche di chi utilizza l’occhiale durante attività sportive o durante il lavoro. La linea Classic si rivolge a un target di clienti dallo stile per l’appunto classico e sempre alla moda. Ne fanno parte i modelli Classic Metals (Fashion metal style), Traditionals (Soft square, small round, Cats eye, Combo square) e la serie Wayfarer (nelle linee small, folding, Wayfarer II, Deluxe, limited deluxe) prima citati. Questi modelli possono essere considerati i fiori all’occhiello della ditta, quelli che non passano e non passeranno mai di moda in quanto riassumono gli aspetti fondamentali della produzione Ray-Ban B&L: abilità artigianale e lenti resistenti di alta qualità. Chi indossa un paio di occhiali Classic vuole provare nella vita di tutti i giorni, la stessa sensazione di tranquillità e sicurezza che ha trasformato gli occhiali Ray-Ban in un elemento fondamentale della propria immagine. Si sceglie un occhiale del genere proprio perché si apprezza il design classico di un prodotto tecnologicamente perfetto.

La famigerata linea Wayfarer, come già anticipato, fu disegnata nel 1952 da Raymond Stegeman. Divenne subito popolare grazie al suo design rivoluzionario, in quanto si distaccò dalle tradizionali montature in metallo passando a quelle in plastica. Ne vennero prodotte due tipologie fino al 1981, fino ad arrivare a 40 tipologie negli anni Ottanta. Col passare degli anni ha subito diverse cadute di popolarità (anni 70 e anni 90), ma anche altrettante riprese (anni 80 e anni 2000). Ad oggi si stima essere (in competizione con gli Aviator), l’occhiale più venduto di tutti i tempi. Solo nel 1986, si stima una vendita complessiva di 1.5 milioni di pezzi.

La casa produttrice, come già anticipato, propone inoltre modelli adatti a chi richiede un occhiale ad alto livello tecnico per esempio gli appassionati dei motori. Coloro a cui piace sfrecciare per le strade con i loro bolidi, in piena libertà e soprattutto in sicurezza, o anche agli sportivi che amano praticare all’aria aperta. Ray-Ban desidera assecondare le passioni dei propri clienti proponendo occhiali da guida fra i migliori al mondo e sviluppando occhiali pensati appositamente per gli sport che amano la natura . La serie “Driving” infatti, è dotata della caratteristica lente ChroMax, risultato di continui studi di ricerca: un cristallo con notevoli qualità selettive e filtranti, in grado di intensificare i contrasti tra i colori giallo, verde e rosso. Le lenti ChroMax infatti, aumentano la capacità visiva in tutte le condizioni della strada, apportando miglioramenti addirittura alla percezione dei colori dei segnali stradali.

Il filtro blu del cristallo della lente assicura una visione più nitida, aumenta i contrasti ed elimina il riflesso abbagliante provocato dal manto stradale. Fra i modelli “Driving” troviamo la serie “Asbury” (Seville, Bonneville, Lemans), Traditionals, Explorer, Outdoorsman.

Per quel che riguarda gli sport, Ray Ban ha studiato l’apposita serie Sport Style, diretta a tutti coloro che amano il movimento in differenti condizioni climatiche e ambientali. Come per la serie “Driving” l’attenzione è posta sui particolari tecnici, in particolare sulla prestazione delle lenti. Per i giocatori di golf sono state studiate lenti rivoluzionarie ad intensificazione del colore ametista (ACE):  tale caratteristica assicura al giocatore una visione migliore del campo da gioco e permette di percepire in modo più distinto i contorni a lunga distanza. Lo sportivo, riesce così a seguire meglio la palla lanciata in alto ed ha una percezione reale della profondità. Un'altra importante caratteristica tecnica della serie sono le montature flessibili, ed allo stesso tempo resistenti; l’asta è infatti dotata di terminale a doppia posizione e lo stile a riccio assicura un’ottima aderenza durante le fasi di gioco trasformandosi facilmente per un maggiore comfort. Inoltre, la placchetta sagomata si adatta perfettamente al naso: l’occhiale non scivola e non interferisce con i movimenti del giocatore, lo stile “Wrap” (avvolgente) contribuisce difatti a ridurre il rischio di distrazione dovuto ai movimenti laterali dell’occhio nel momento dello slancio.

Per i giocatori di tennis, invece, è stata progettata la lente ChroMax G-20, che grazie alla  tecnologia dell’intensificazione del contrasto cromatico, rende i colori utili più nitidi e facili da distinguere all’aperto. Ciò aumenta il coordinamento tra i movimenti dell’occhio e quelli del braccio del tennista. Sempre della serie sport, la lente RB-50 assicura una migliore percezione del colore, evidenziando i dettagli e offrendo al tempo stesso una protezione dalla luce abbagliante; una caratteristica indispensabile per chi pratica sport ad alta quota come lo sci alpino. Nella linea “Survivor”, invece, è stato inserito un rivestimento esclusivo che la rende ideale per chi pratica sport come il climbing, dove si richiedono prestazioni elevate in condizione di forti bagliori. Infine, per gli amanti degli sport acquatici, Ray-Ban offre la serie “Boating”, con lenti Polarized che hanno un filtro che permette di catturare tutti i raggi di luce che arrivano sul piano orizzontale e quindi di eliminare la riflessione polarizzata. In questo caso la lente utilizzata è il modello Ultra RB-50 con una funzione polarizzante del 99,97%, adatta quindi alle condizioni marittime di riflessi più intensi.

Senza tralasciare l’alta qualità e prestazione degli aspetti tecnici, Ray-Ban ha voluto pensare anche ai clienti che invece utilizzano l’occhiale da sole come parte integrante dei loro outfit raffinati e all’ultima moda. La linea Ultra è dedicata a coloro che vogliono distinguersi, indossando occhiali tecnicamente all’avanguardia e con un tocco di design che li rende unici. Le montature più avanzate, i preziosi dettagli in oro, le cerniere dal design perfetto. La linea Ultra, nei suoi modelli “Outdoors Man” in taglia 58/62 mm, è un esempio di stile e qualità perfettamente fusi tra loro. Da utilizzare negli ambienti esclusivi e per chi non vuole lasciare nessun dettaglio al caso. Come già accennato, nel 1998 la Ray-Ban venne acquistata dalla Luxottica, si conclude così l’avvincente racconto della nascita di un mito a cui dobbiamo gran parte della storia dell’industria dell’ottica.

 

 

Persol RATTI logoPersol RATTI Meflecto tutti gli occhiali...
“Nel 1917 a Torino, Giuseppe Ratti, già fotografo e proprietario dell’ottica Berry, inizia la sua avventura destinata a culminare in un successo internazionale: comincia infatti, in un piccolo cortile in via Caboto, a realizzare occhiali tecnicamente all’avanguardia, studiati per soddisfare le esigenze di comfort, protezione e visione ottimale, di aviatori e piloti sportivi.”

Il nome Persol deriva dalla dicitura "Per il Sole". Dietro questo nome c'è la tradizione italiana di fare con dedizione della quale Giuseppe Ratti, assieme ai suoi valorosi collaboratori, è un esponente di spicco. Persol non è solo un marchio, è puro stile italiano, dalle caratteristiche inconfondibili. Non a caso, a pochi anni dall’inizio della fabbricazione, riuscì a svincolare il nostro paese dall'importazione in questo settore, esportando il 50% della produzione ed elevando l'Italia a livelli di mercato mondiali.

Il primo modello di occhiali proposto dall’industria Persol risale appunto al 1917. In quel periodo Giuseppe Ratti iniziò a dedicarsi allo studio di un occhiale per l’aviazione italiana. Nascono così gli occhiali Protector (modello così nominato negli anni 20), realizzati con lenti rotonde affumicate, le quali erano contornate da gomma e fissate alla testa con fasce elastiche; tale modello verrà presto adottato dalle Forze Armate e dai piloti dell’Aviazione Militare Italiana nonché dagli assi dell’automobilismo e motociclismo.

I modelli allora in vendita infatti, erano costituiti da lenti normali, e non proteggevano a dovere i militari che dovevano indossarli e, attraverso vari studi e continui confronti, Ratti perfezionò il prototipo di occhiale per l’aviazione il quale, oltre a proteggere gli occhi dalla polvere, li proteggeva dall'aria. Grazie a un particolare sistema di aereazione con fori praticati sul tubolare di gomma, i nuovi occhiali risultarono perfettamente aderenti al viso e il problema dell'aria venne così eliminato; mentre l'elastico che fungeva da astina era di qualità eccezionale e inserito bene tecnicamente, difatti venne consigliato da esponenti dell'aeronautica di Roma.  Con il modello Protector, Ratti conquista un’importantissima fetta di mercato, sia italiana che estera. Nel 1927 infatti vennero adottati, dopo un’attenta analisi, anche dal Dipartimento Militare della Svizzera; di fatto, per qualità costruttiva e funzionalità l’occhiale Protector non aveva nulla da invidiare alla concorrenza straniera.

Anni dopo, a seguito di un accordo con un'industria costruttrice di vetri infrangibili per auto di Pisa, vennero montate le lenti infrangibili, l’ultimo dettaglio che rese l'occhiale Predator perfetto per gli aviatori. L’occhiale verrà perfezionato nel corso degli anni acquisendo pian piano le qualità tipiche del marchio Persol quali la Freccia (dettaglio funzionale e fregio estetico inconfondibile) e le stesse lenti di colore giallo-bruno, realizzate in cristallo neutro prodotto con silice purissima che assicurano un altissima protezione dai raggi nocivi. L’occhiale venne coperto da ben 14 brevetti e, negli anni a venire, a seguito del successo ottenuto nel campo dell'aviazione, vennero studiati modelli in grado di soddisfare le esigenze di ogni tipo di clientela, in modo particolare coloro che praticano gli sport invernali. Vennero studiati a fondo i problemi visivi degli sciatori, si riuscì ad eliminare la rifrazione dei raggi solari sulla neve che può danneggiare la vista, grazie all’utilizzo di retine laterali, visiere parasole,  armature in alluminio bordate di gomma o velluto, fino ad arrivare al paraviso in celluloide. Tale apparato permette l'uso degli occhiali da vista per chi ne avesse necessità e ne evita l’appannamento con uno speciale dispositivo. Assieme agli occhiali sportivi nacque anche il famoso “cinesino” simbolo grafico della ditta Berry progettato negli anni 20 dal grande disegnatore Golia.

La questione sociale della difesa degli occhi della classe operaia era di non poca importanza al tempo; le statistiche insegnavano che il 50% degli infortuni sul lavoro interessava la vista poiché, malgrado le leggi vigenti, gli operai trascuravano la protezione degli occhi, trovando inadeguati e pesanti gli occhiali esistenti in commercio. Ratti rivoluzionò dunque il principio della protezione fino ad allora adottato ponendo particolarmente attenzione ad un aspetto che nonostante tutto era trascurato, ossia alle lenti che dovevano proteggere il lavoratore dai raggi infrarossi; allo stesso tempo però concentrò l’attenzione anche sul design dell’occhiale che doveva essere progettato sulle esigenze del cliente. Nacque così il modello Labor. Ridusse il campo visivo diminuendo le possibilità di rottura, potendo così dare maggiori vantaggi alla qualità e allo spessore del vetro senza aumentarne il peso, ma allo stesso tempo fornendo la colorazione della lente e la protezione giusta per i diversi tipi di raggi dannosi. La curva del viso era ottenuta da un soffice bordo di gomma, l’adattabilità era consentita da un nastrino che regolava la distanza delle armature in allumino; in più tale occhiale venne messo in commercio a prezzo bassissimo per andare in contro alle esigenze della sua clientela.

Nel 1957 nasce il modello 649 destinato a diventare icona dello stile Persol, anch’esso progettato per tutelare e soddisfare le esigente di una classe lavoratrice. Tale modello, difatti, era originariamente destinato ai tranvieri di Torino i quali necessitavano un occhiale ampio per ripararsi dall’aria e dalla polvere. Il design unico e originale lo porterà a diventare un occhiale di grande successo, imitato dai concorrenti e indossato dalle star del tempo, come Marcello Mastroianni in “Divorzio all’italiana”(1961). Rimane ancora oggi un modello attuale e alla moda, venne infatti inserito nel 1994 all’interno del volume francese 'Qualità: scene d'objets à l'italienne' come esempio e rappresentazione del genio creativo italiano.

Sempre nel 1957 dopo la firma del trattato della comunità economica europea si aprono i mercati alla concorrenza dei paesi stranieri, sfida che Giuseppe Ratti coglie con la solita grinta e che supererà con successo proprio come gli anni della II Guerra mondiale, quando non interruppe mai la produzione stringendosi in un gruppo dal sapore familiare assieme ai suoi operai.

Come scrisse lo stesso Ratti in un comunicato ai suoi dipendenti,

“Il 1958 dovrà essere per tutti noi senza eccezioni un anno di rinnovamento, e di nuovo indirizzo al nostro lavoro, perché dobbiamo prepararci a superare nuove situazioni e temibili concorrenze… Per difenderci dalla inevitabile invadenza del prodotto straniero, noi abbiamo quatrro armi a disposizione: la qualità, i prezzi, l’organizzazione della produzione, la propaganda.”

(1971:113) Vita sociale a Torino

 

La costanza sul lavoro e la passione per la qualità dei suoi prodotti portò così la Persol Ratti a conquistare negli anni ’60 anche il mercato americano, con il quale già aveva imbastito rapporti commerciali, in quanto riforniva da tempo la Nasa con il magnifico modello “Quattro vetri”, indossato anche da Totò e successivamente da Gary Oldman nel film Hannibal. Nel frattempo continuava ad aumentare la fama degli occhiali anche tra i personaggi famosi che sempre di più indossavano Persol sia sul lavoro sia nella vita di tutti i giorni.

I modelli di maggior rilievo, tanto per citarne alcuni, sono il Persol 714 indossato da Steve McQueen, i modelli Sport, pubblicizzati da Alberto Tomba e Jean Alesi. Il Persol 311 con le inconfondibili frecce placcate in oro. Il raro modello 805, il 649 indossato anch'esso da Steve McQueen, il 69218 reso famoso grazie anche alla celebre serie tv Miami Vice dove era  indossato da Don Johnson e il modello “Cellor”, con una eccezionale montatura metà dorata metà in celluloide.

Alla morte di Giuseppe Ratti, nel 1965 la fabbrica rimane nelle mani di suo genero Oreste Blumenthal assieme ai figli e ai collaboratori di sempre. Gli anni a venire perpetuano la grande attenzione che da sempre Persol riserva all'innovazione tecnologica e alla cura dei propri prodotti. A tal proposito partecipa a spedizioni per testare le lenti ad alta quota e nel deserto, con lo scopo di verificare le performance dei propri occhiali in condizioni estreme e per sperimentare nuovi materiali. Sponsorizza e partecipa alla durissima gara Parigi-Dakar ed equipaggia un intero team per il Rally dei Faraoni nel 1991, collabora con alpinisti durante varie spedizioni sull’Himalaya degli anni ’80 e ’90 ottenendo grandi risultati e progressi.

“In Siberia, a Vorkuta oltre il 75° parallelo, a 65° sotto zero, gli astronauti russi paracadutati per esercitazioni di sopravvivenza, erano equipaggiati con occhiali Persol dotati di lenti multistrato polarizzate.”

 

Gli anni ’70, ’80 e ’90 rappresentano anni di grande splendore, vengono prodotti modelli unici mai più replicati, dal design irripetibile e dalle migliori qualità tecniche come per esempio i modelli pieghevoli 808, 810, 811, 805, 806, 804 e i modelli 69218 69202 occhiali che possiamo considerare i migliori della storia Persol.  Nel 1991 inaugurò il negozio Persol sulla mitica Rodeo Drive di Los Angeles, mentre un anno dopo il marchio Persol festeggiava il suo settantacinquesimo anno di vita producendo il modello 649 a tiratura limitata.

Nei primi anni '90,viene affidata l’immagine femminile di Persol alla grande attrice Ornella Muti, venne creato appositamente per lei un occhiale di grande successo (il modello 830); successivamente, negli anni '93-'94, venne scelta la bellissima Carol Alt, modella e indossatrice di enorme fama, a lei venne dedicato il modello Carol 853.

Nell'aprile del 1995 il Gruppo Luxottica acquisisce il marchio Persol trasformandolo così in uno dei marchi più importanti del panorama dell’occhialeria mondiale, senza però abbandonare le proprie radici, rimanendo fedele alla tradizione e alla qualità. Infatti, Luxottica non abbandonerà la produzione nella storica fabbrica di Lauriano (Torino) e, tutt’oggi, i modelli Persol continuano a essere realizzati in tale stabilimento.

Grazie all’impegno costante e allo studio dei dettagli, il marchio Persol, come già anticipato, vanta l’invenzione di numerose migliorie e apportazioni tecniche agli occhiali, a cui sono stati assegnati altrettanti brevetti. Possiamo considerare tali invenzioni come parti integranti del marchio e dell’immagine Persol. Citiamo a seguito i più importanti:

-          Meflecto, (forse la più importante novità tra tutte) introdotto alla fine degli anni 30. Le particolari astine di straordinaria flessibilità realizzate con speciali procedimenti di lavorazione, che allo stesso tempo mantengono una straordinaria durabilità nel tempo. Furono le prime nella storia e potevano flettersi grazie all’introduzione di cilindri di nylon o di metallo intersecati da un’anima di acciaio inox, che dona un comfort assoluto, favorendo l’adattabilità ad ogni viso.

-         Super Meflecto, Durante gli anni Sessanta la montatura sarà ulteriormente migliorata con i Super Meflecto, che si avvalgono di una flessibilità a snodo ottenuta mediante cilindri di plastica o di metallo interposti nella celluloide.

-          il Victor flex, venne creato negli stessi anni del Meflecto e si può considerare un applicazione di tale concetto. L’occhiale è dotato di un ponte flessibile (il 'ponte 3 intagli', ancora oggi utilizzato nel mod. 649) che rende l'armatura curva verso l'interno, dando così maggiore aderenza al viso. Nei nuovi modelli un rinforzo metallico interno venne inoltre, applicato alle aste al fine di permetterne la regolazione sia in lunghezza che in curvatura.

-          Nello stesso periodo nasce anche la Freccia, considerata l’inconfondibile simbolo di Persol: un attacco a cerniera (anch’essa brevettata con il nome di Cerniera Supreme) dotata di una freccia sull'asta come fregio decorativo, ispirata dalla spada degli antichi guerrieri. Subirà anch’essa varie modifiche durante gli anni fino ad arrivare alla forma che conosciamo noi oggi. L'innovazione, nata dall'intuizione di Ratti, viene immediatamente brevettata in vari paesi e porterà presto Persol ad essere riconosciuto (ed imitato!) in tutto il mondo per il suo particolarissimo stile.

 

 

Cazal LogoCazal West Germany tutti gli occhiali...
“You find the authentic only in brands that have written their own design story”
Cari Zalloni

Cari Zalloni, prima di fondare il marchio Cazal, fu un disegnatore di occhiali a livello internazionale. Il nome Cazal deriva appunto dal suo creatore, che volle unire le prime lettere del suo nome e cognome a simbolo di un brand che ha segnato la storia del design grazie alle sue capacità di disegnatore ed al suo estro inimitabile.

I modelli Cazal si differenziano infatti per il loro design estroso, fuori da qualsiasi schema. Le montature Cazal non si possono classificare e rimangono le preferite dai trend-setter e le più apprezzate nelle capitali della moda, inoltre sono costruite con alti livelli qualitativi e materiali d’eccezione.

Le linee Cazal sono appariscenti e sofisticate allo stesso tempo, mai scontate, uno stile inconfondibile dal carattere deciso che non si perde in balia delle mode, ma segue la propria strada al di là delle tendenze.

Il brand fu fondato nel 1975, ma il suo grande successo scoppiò letteralmente negli anni ’80, fenomeno che venne nominato da coloro che ne fecero parte “Cazal Fever”. Cari Zalloni diede ai primi rapper di quella decade uno slancio nei loro look, grazie ai suoi occhiali dal design unico, primo tra tutti, la stella nascente Usher. Lo stile Cazal difatti ha definito la scena Hip-Hop newyorkese da allora fino ad oggi, senza smettere mai di stupire.

Nel 1982 venne lanciata la serie 600 di cui fa parte il modello 607, l’occhiale venne chiamato inizialmente dai fun “Cazzy” e successivamente “Run-DMC glasses” poiché indossato dal famoso artista. Tale modello diede grande fama al designer e  rimane uno dei più apprezzati ancora oggi. Venne inoltre prodotto in serie limitata nel’87 in colore nero opaco…solo 100 modelli in tutto il mondo. Nel 1988 invece vengono prodotti altri due gioielli: il modello 951 e 955, entrambi rimangono icone dello stile Cazal. Al tempo venivano indossati da personaggi come Sammie Davis Junior, Stevie Wonder, George Clinton, il modello 623 comparì nel video di “Bad” di Michael Jackson, mentre lo stesso Cari Zalloni indossava il modello 634. L’altissima qualità dell’occhiale MADE IN WEST GERMANY era e rimane infatti una dichiarazione di individualità e di lusso per le sue qualità stravaganti, ma allo stesso tempo raffinate. Perciò è uno stile che non passa di moda e rimane apprezzato da grandi personalità come Jay Z, Rick Ross, Lady Gaga, Will I Am, Snoop Lion, Chris Brown, Fergie, Rhianna, Gwen Stefani, Rick Ross, Questlove, Cee Lo, Nelly, Meek Mill, Wale, Amare Stoudemire, Paul Pierce, Tim Nordwind, Spike Lee, Brad Pitt e molti altri.

 

“To have something that is a true vintage you have to have something that was a true original” – Cazal creator Cari Zalloni

 

Come diceva Mr. Zalloni ciò che rappresenta un oggetto di culto, rappresenta anche l’autenticità di uno stile, si distingue dalla massa per la sua unicità e non passa mai di moda perchè è “Vintage autentico”….una leggenda che non muore mai.

I modelli Cazal sono molteplici e spesso caratterizzati da colori esotici, patterns e forme inusuali delle montature che principalmente sono realizzate in plastica o in metallo, rispettando alti standard qualitativi. Per esempio, modelli in metallo come il 325, 902, 903, 904, 905,951,955 , sono costituiti da tre strati di oro e platino a 24 carati; mentre per colorare le montature viene utilizzata la lacca per porcellana, che implica una tecnica molto più complessa rispetto alla semplice smaltatura. Il modello 858 e 867, con la montatura in plastica e dal design asimmetrico rivoluzionarono la moda del momento dando voce alla stravaganza degli anni ’80. In particolare il modello 858 venne celebrato in quanto uno degli occhiali più apprezzati tra la produzione di Cari Zalloni e fu riprodotto nel 2007 in serie limitata; una versione chiamata “858X SWAGGER” con solo 400 pezzi in tutto il mondo. Tuttavia, secondo un sondaggio ufficiale svoltosi sulla pagina web di Cazal, il modello 951 con le sue quattro lenti rimane il favorito dagli amanti di questo brand. Gli occhiali che sono considerati original vintage portano il marchio “Made in W.Germany”; essendo la produzione iniziata prima della caduta del muro, è possibile riconoscere facilmente i modelli più datati grazie a questa scritta, riportata in una astina. Negli ultimi anni il marchio Cazal ha riacquistato notevole successo, grazie anche al ritorno della moda “Vintage”; come aveva predetto Cari Zalloni “IL VINTAGE E’ IL FUTURO DEL MIO PASSATO”.

 

Gianni Versace logoGIANNI VERSACE made in Italy tutti gli occhiali...
La storia del brand Gianni Versace ha inizio nella Calabria degli anni ’50 dove il piccolo Gianni iniziava ad imparare le basi del mestiere di sarto nel laboratorio della madre; nella stessa sartoria crebbero anche il fratello Santo e la sorella Donatella, da sempre suoi alleati e fedeli collaboratori .  Nel febbraio del 1972 Gianni si trasferì a Milano iniziando a collaborare con Florentine Flowers ,De Parisini di Santa Margherita inoltre realizzò abiti per i marchi Complice, Genny e Callahan. Qualche anno dopo (nel 1976) si unì a lui il fratello Santo, ormai laureato in Economia e commercio, così i due fratelli decisero di aprire una azienda assieme a Claudio Luti. Nel 1978 sfilò la prima collezione Versace a la Permanente di Milano riscuotendo grande successo. Iniziò così la grande ascesa del marchio Gianni Versace che da quel momento si rivelò inarrestabile. Una grande spinta alla diffusione della griffe la diedero le sue conoscenze e frequentazioni nel mondo dell’arte e del teatro; Versace, infatti, per le sue campagne fotografiche collaborò con famosi fotografi come Avedon e Helmut Newton; creò costumi per numerose opere teatrali come “Josephglende” di Richerd Strass, per il “Lieb und Leid” di Gustav Mahler, il “Don Pasquale” di Donizetti e per “Dyonisos” di Bejart, dando un apporto molto significativo alla creazione di abiti di scena. Negli anni ’80 le creazioni di moda diventano sempre più futuristiche e i materiali sempre più particolari; nel 1981 vengono infatti presentati i famosi abiti in maglia di metallo e Gianni Versace venne esaltato come colui che liberò la moda Italiana dal conformismo. La sorella minore di Gianni, Donatella entrò a far parte della maison nel 1988 e le venne affidata la direzione  del marchio “Versus” linea giovanile Versace. Nel 1991, nasce il marchio Versace Signature e nel 1993 Versace Home Collection, dedicata al design di interni; all’inizio degli anni ’90 inizia anche la produzione di abiti di haute couture (parte del progetto Atelier) le cui produzioni sfileranno a Parigi nel 1990.

La collaborazione con i fratelli si rivelerà fondamentale per il famoso stilista: il senso affaristico e l’abilità del fratello Santo nel diffondere il marchio, le doti direttive e creative della sorella Donatella…i due si occuperanno infatti della gestione della casa Versace dopo la prematura morte di Gianni nel 1997, assassinato nella sua villa di Miami da un gigolò-serial killer

Nel ’99 il gruppo Versace stipula un accordo con Italocremona (azienda produttrice di occhiali di Gazzada, nel varesotto) per realizzare le collezioni Versace e Versus. L’accordo tra i due partner portò alla costituzione di una nuova società: la LC Optic spa creata per potenziare lo sviluppo industriale e distributivo nel settore dell’ottica, allargare il mercato in America e in Oriente, acquisire nuove licenze e potenziare i modelli a target giovane, attraverso il marchio Versus. Italocremona si occupava della distribuzione in Europa e ovviamente dell’interpretazione tecnica dei modelli attraverso lo sviluppo degli input stilistici; così, grazie a questa riuscita collaborazione il gruppo Versace riuscì a trasformare i suoi occhiali in accessorio-feticcio apprezzatissimi dalle celebrities.

Ricordiamo il decennio iperedonista degli anni ’80 con le sue montature a mascherina e gli occhiali da croisette con greche e meduse sulle aste, degli anni ’90. Nel 2000 invece arrivarono montature stile surf in versione bi-color, con forme avvolgenti e allargate arricchite da dettagli decor.

Nelle creazioni di moda Gianni Versace viene rivolta una grande attenzione alla ricercatezza dei materiali ad i suoi accostamenti inconsueti  ed eterogenei. I vestiti Versace si compongono di giustapposizioni amministrate con sapienza creativa di pelli, gomma, seta e soprattutto i metalli. Lo stile Versace volge ad esaltare la sensualità, esaltando la carnalità delle donne e le loro doti seduttive; è conosciuto per le sue stampe vivaci, elaborate, lussuose.  Una tendenza che, per quel che riguarda l’eyewear, alterna linee classiche a ricche tavolozze di colori e oro inciso. Gli occhiali Versace si caratterizzano per le forme contemporanee e le rifiniture di qualità del design. L’emblema del marchio, ideato da Donatella Versace, è sempre presente su ogni montatura: la Medusa che è icona ed emblema della propria mitologia. E’ un richiamo alle radici classiche della terra della famiglia Versace e simboleggia il potere magnetico e seduttivo della donna, una attrazione che non lascia scampo che soprattutto i capi di moda puntano ad esaltare; così chi è conquistato dal marchio della Medusa non può tornare indietro. Di Versace ricordiamo in particolar modo la fantasia e il barocco che negli anni ’80 l’ha reso celebre in un susseguirsi di sperimentazioni e colpi di scena: psichedelia a tratti trash, punk-rock o look rinascimentale… uno stile sempre in movimento che esplode negli anni ’90 con il motto “Less is boring”. Nei suoi anni di grande splendore Versace divenne uno dei marchi più celebrati nel mondo dell’Hip Hop, indossato e “cantato” dalle icone del tempo come Puff Daddy, Notorius B.I.G. che raramente si separava dai suoi VERSACE 413-A e Lil’Kim. Anche Elton John era grande fun nonchè amico di Gianni Versace, inoltre Madonna (grande amica di Donatella) è stata più volte testimonial del brand dagli anni ’90 ad oggi… Ora che il Vintage è tornato di moda, lo stile Versace ritorna più forte di un tempo specialmente per quel che riguarda gli occhiali; grandi appassionate delle montature della maison sono infatti le stelle della musica pop Lady Gaga e Rihanna.

Sono molti i riconoscimenti assegnati allo stilista nel corso degli anni come il titolo di “Commendatore della Repubblica Italiana” conferitogli nel 1986 dall’allora presidente della repubblica Cossiga. La “Grande Medaille de Vermeil de la Ville de Paris”, assegnatagli dal capo di Stato francese Chirac nel 1987 e l’Oscar americano per la moda assegnatogli nel 1993, ma il vero merito della casa Gianni Versace è quello di aver lasciato un segno indelebile nella storia della moda, di cui sono testimoni le proprie creazioni vintage ancora attualissime e ricercatissime dai veri intenditori.

 

 

                                                    
Carrera and Boeing
CARRERA made in Austria tutti gli occhiali...

Carrera nacque nel 1956 dal genio di Wilhelm Anger, già produttore di occhiali sportivi. Il designer austriaco (di origini Cecoslovacche), desiderava produrre una nuova linea di occhiali dedicata agli sport. Si ispirò alla leggendaria “Carrera Panamericana”, la famosa gara automobilistica che negli anni ’50 era considerata la più lunga, pericolosa e la più veloce al mondo. Tale gara infatti, congiungeva idealmente l’America del nord all’America latina sviluppandosi per 3000 Km attraverso il Messico e celebrando il completamento della Panamerican Highway.  

Nel 1965 brevettò un materiale per le montature chiamato Optyl: una plastica dura e molto robusta, però più leggera del 20% rispetto all’acetato e ad altri materiali termoplastici. Tale materiale riduce le complicazioni dovute ad eventuali allergie di chi indossa gli occhiali e possiede un componente “elastico” che tende a memorizzare il viso di chi lo indossa adattandosi ad esso. Inoltre permetteva di produrre occhiali in plastica erano molto più economici rispetto alle montature per gli sport allora in commercio.

La storia di Carrera è permeata dalla ricerca dell’ innovazione a favore di una migliore qualità d’uso. Nel 1970 inizia la produzione di caschi e maschere da sci, arrivando a produrre le prime mascherine da sci con lenti intercambiabili nel 1974.

Nello stesso anno il marchio cambiò nome in Carrera International, con sede a Traum, in Austria e nel 1079 attraverso una collaborazione con il designer di automobili Ferdinand Alexander Porche, prese forma il progetto Carrera Porsche design: una linea di occhiali pieghevoli con lenti intercambiabili che segnò la storia del brand Carrera.

Nel 1981 Carrera inizia ad espandersi vendendo in tutto il mondo e iniziando la produzione degli occhiali da vista che rientravano sempre nella elegantissima linea Carrera Porche Design. Nel 1986 invece ha inizio un’altra produzione di grande successo: la linea Boeing e Sunjet. Sono anni di grande splendore per il marchio, sponsor dell’American’s Cup nell’87 e indossatissimo nelle Olimpiadi invernali nel ’88, dove perfino il famosissimo team Jamaicano di Bob indossava le mascherine Carrera. E’ il brand che con le sue ,maschere vanta il maggior numero di vittorie; anche il campione di formula 1 Gerhard Berger vinse il campionato indossando Carrera.

Nel 1989 nasce la linea di occhiali per il ciclismo in occasione della storica Paris-Roubaix, inoltre l’anno seguente  inizierà anche a produrre caschi per bicicletta.

Nel 1996 La Safilo group acquistò Carrera, trasferendo la ditta nella città italiana di Padova, e portando la produzione in Cina. Nacque in questo periodo il famoso sistema a doppie lenti con anello sigillante durevole che evita l’appannamento.

Tra i prindcipali modelli di Carrera, ricordiamo il modello Boeing, il modello 5623 Porsche design, il modello 5621 sempre Porsche design. Negli anni, gli occhiali Carrera sono stati indossati da numerose celebrity internazionali: icone sportive come Gilles Villeneuve, Niki Lauda, Gerhard Berger, Jenson Button, fino alle star della musica e ai divi di Hollywood dei giorni nostri (Brad Pitt, Leonardo Di Caprio, Halle Berry, Rihanna, Kylie Minogue, Justin Timberlake, Kanye West, Michael Stipe, Jessica Alba).

Inoltre, gli occhiali Carrera sono stati protagonisti sul set di film come “Gli Spericolati” (“Down Hill Racer”, 1969) con Robert Redford, serie TV come Miami Vice, e video musicali ad esempio “Bad Romance” di Lady Gaga, “Rude Boy” di Rihanna, “Try to sleep with a broken heart” di Alicia Keys, “Not myself tonight” di Christina Aguilera e “Hey Daddy (Daddy’s Home) di Usher.

 

Dunhill logo DUNHILL by Optyl Austria tutti gli occhiali...
Alfred Dunhill nacque il 30 settembre del 1872 e crebbe a stretto contatto con l’attività del padre, una pelletteria dove apprese le qualità del buon artigianato durante la crescita. Nel 1893, all’età di 21 anni, ricevette in eredità l’opificio e da quel momento la sua passione per l’artigianato di qualità crebbe sempre più fino ad essere paragonata, si dice, ad una fede religiosa.

Il giovane Alfred trasformò inizialmente l’impresa del padre in un fornitore di accessori per auto, che in quel periodo iniziavano a diffondersi e aprì il suo primo negozio nel 1902 a Londra, Mayfair; Successivamente il suo inarrestabile spirito imprenditoriale, creò una società di vendita di automobili, una agenzia di collocamento per meccanici e un giornale sui motori chiamato Motor Mart.

Ben presto nacque il marchio Dunhill Motorities® per la produzione di accessori auto in pelle e in metallo, nonché abbigliamento protettivo per la guida. Grazie all’abilità affaristica di Alfred e al suo genio pioneristico, la Dunhill si sviluppò a livello internazionale fornendo direttamente clienti come la Rolls Royce. I prodotti Dunhill si differenziavano per l’elevata qualità artigianale e per essere innovativi in ogni settore: abbigliamento, pelletteria e accessori.

Il suo genio creatore sempre all’opera, studiò coperture per macchine di pelle e vari prodotti per gli appassionati di auto e i piloti del tempo fino a progettare nel 1904, una pipa che permetteva di fumare in auto nonostante il vento facendo così il suo ingresso nel settore del tabacco, che da questo momento rappresenterà la punta di diamante della DUNHILL LUXURY GOODS COMPANY. Il primo negozio specializzato in tabacco venne aperto nel 1907 in St.James per poi espandersi a New York e a Parigi durante gli anni ‘20. Nel 1908 venne prodotta la prima sigaretta Dunhill e nel 1924 lanciò il primo accendino al mondo che si poteva utilizzare con una mano sola.

Le pipe e gli accendini Dunhill sono considerati anch’essi oggetto da collezione, difatti nel 1921 la Dunhill ricevette il suo primo Royal Warrant, assegnatogli da Edoardo VIII principe di Galles proprio perché anche la famiglia reale si serviva dei suoi prodotti.

La Dunhill Luxury Goods Company anticipò la successiva tendenza di produrre varie tipologie di merci e prodotti sotto un unico marchio per poi venderle in tutto il mondo, creando un brand che rappresenta l’eccellenza dell’artigianato nei vari campi dove opera.

Nella sua produzione di occhiali da sole e montature, Dunhill pose la stessa dedizione e attenzione per i particolari. L’amore per il design originale scaturisce dalle linee classiche e decise dei suoi modelli, simbolo della solidità delle origini artigianali del brand, ma allo stesso tempo gli occhiali Dunhill guardano avanti e stupiscono. Anche la produzione di occhiali venne subito apprezzata dai gentleman inglesi, grazie alle sue linee eleganti e al suo stile senza tempo di cui la nobiltà inglese è espressione. Nei modelli Dunhill sono utilizzati metalli preziosi insieme a linee pulite e colori tradizionali, ma non si lascia da parte la funzionalità, principale caratteristica del marchio; si possono considerare la perfetta unione di eleganza ed efficienza.

Apprezzatissimi dai cultori del vintage e da numerose star come per esempio Jay-Z, Usher e altri personaggi dello spettacolo, i modelli vintage Dunhill venivano prodotti dalla nota fabbrica austriaca Optyl, dove si producevano anche occhiali per Vienna line e Christian Dior.

 

Vienna line ViennaLine made in Austria tutti gli occhiali...

Il marchio ViennaLine venne creato da Wilhelm Anger negli anni ’50 come filiale della Anger OHG, già attiva da un decennio nella produzione di occhiali protettivi per saldatori e creò tra gli anni ’60 e ’90 montature in acetato dallo stile retrò, elegante e inconfondibile.

Le linee particolari e colorate e già dal gusto vintage delle montature ViennaLine, vennero rese celebri grazie all’abilità del designer Udo Proksch famoso anche per aver causato l’esplosione di un battello nel 1977 per ottenere soldi dall’assicurazione ed essere stato incarcerato a vita per la conseguente uccisione di 6 persone.

All’ epoca Vienna era considerata un punto caldo della cartina geografica europea; la sua ottima reputazione in quanto città di cultura, musica e arte si sommava alla sua posizione strategica perché vicina alla Unione Sovietica, perciò sede di spionaggio e di intrighi; questo clima di mistero ed avventura fu un grande trampolino di lancio per i modelli del brand.

Agli inizi degli anni ’50, quindi, Anger e Proksch riuscirono a trasformare una fabbrica di occhiali per operai in una casa di produzione di occhiali tra i più eleganti e lussuosi  dell’epoca. I modelli Gigi, di cui sono stati venduti circa 15 milioni di esemplari e Alt-Wien sono tra i più popolari della casa. In questo caso, come in molti nella storia della moda, fu la campagna commerciale a fare la differenza: i manifesti in cui gli occhiali Viennaline apparivano insieme a immagini drammatiche di ballerine appartenenti al mondo dello spettacolo resero la linea di occhiali molto popolare al tempo.

Un'altra caratteristica da considerare tipica dello stile glamour di Vienna Line è il Cat Eye, reso celebre dalla ditta ancora prima che scoppiasse il tormentone americano di metà anni ’50. La forma Cat Eye comparì timidamente già nelle prime creazioni con leggere punte rivolte verso l’alto in corrispondenza degli angoli esterni e la parte frontale più spessa separata da un delicato ponte che evitava un marcato effetto mono lineare. Col passare degli anni la timida forma ad “occhi di gatto” di trasformò nella così detta “ad ali di farfalla”, la quale si differenziava rispetto ai modelli britannici e statunitensi allora in vigore, per essere meno allungata e più ampia in modo da smorzare la tensione formata dalla punta dei musetti. Il frontale rimaneva più spesso rispetto al resto della montatura però si snodava in una forma sinuosa più larga verso l’esterno e più stretta e bassa sul nasello; un accorgimento di stile che produceva un look audace, ammiccante, ma sempre elegante perfetto per le donne del tempo.

Anche la casa ViennaLine, come molte del periodo, si cimentò con la sperimentazione tecnica e di materiali per la progettazione delle sue montature. Fu Wilhelm Anger, grazie al suo laboratorio di ricerca ad introdurre l’Optyl: un materiale plastico forte e rigido a sufficienza da permettere di non usare supporti in metallo, ma che allo stesso tempo risultava più leggero dello Zyl. Lo stesso materiale era utilizzato nei rivoluzionari modelli Carrera, essendo il Sig. Anger anche fondatore di tale Brand. Udo Proksch era infatti al tempo anche capo designer di Carrera, mentre per la Vienna a Line disegnò una linea di occhiali da sole particolarmente audace e futuristica chiamata “Serge Kirchhofer” che rimase il suo nome ufficiale da designer per firmare le creazioni dei modelli Porsche Design.

La grande eleganza e sinuosità delle forme Vienna Line era a volte arricchita da decorazioni delicate: filigrana di argento, piccole pietre e particolari in metallo che a volte sfociavano nel barocco o più spesso rimandavano alle delicate curve dell’art nouveu. La maniera ViennaLine,  guardando al passato riuscì quindi a creare uno stile senza tempo, i cui rimandi raffinati colgono la sintesi di una tendenza glamour dal gusto retrò di cui sono testimonianza questi modelli vintage rappresentanti di una delle molte sfaccettature di un grande genio dell’ottica.